Era stato definito il principale «angelo custode» di Giovanni Paolo II. E mai definizione fu più esatta, anche perché Camillo Cibin, morto domenica mattina all’età di 83 anni, è stato il capo della Gendarmeria vaticana durante tutto il pontificato di papa Wojtyla e ha assistito per un anno anche Benedetto XVI, prima di andare in pensione nel 2006 e lasciare l’incarico al suo vice di allora Domenico Giani, l’attuale comandante. Cibin, fisico imponente e ben portato nonostante l’età (gli addetti ai lavori lo ricordano correre come un giovanotto al fianco della papamo- bile, durante i viaggi in ogni parte del mondo e con ogni tempo, dal caldo tropicale al freddo più intenso), ha vissuto accanto a Giovanni Paolo II attimi belli e meno belli. Era presente in piazza San Pietro, infatti, il 13 maggio 1981 in occasione dell’attentato e aveva saltato le transenne per fermare Ali Agca. Inoltre, il 12 maggio 1982, a Fatima fece scudo al Papa proteggendolo dall’aggressione di uno squilibrato, che avrebbe potuto fargli molto male. Cibin fu accanto a Giovanni Paolo II anche nei 104 viaggi apostolici, per oltre 20 anni organizzati dall’allora padre gesuita, oggi cardinale Roberto Tucci, che così lo ricorda in una dichiarazione alla Radio Vaticana. «Era un uomo dedicato completamente alla Chiesa e soprattutto al Santo Padre – ha sottolineato il porporato –. Una persona di cui mi potevo fidare al cento per cento. E poi, la sua dedizione anche fisica era totale, fino agli ultimi anni. Aveva conservato una grande resistenza fisica e mentale, per cui era un uomo sempre sveglio, sempre disponibile e soprattutto molto umile: mai che si sia dato delle arie. Mai. Molto semplice e molto fedele. Un uomo esemplare, una persona da ricordare con rimpianto, con ammirazione e auspicando che la Chiesa ne trovi ancora, di gente simile». In effetti, chi lo ha conosciuto da vicino lo ricorda come un vero e proprio testimone di un pezzo di storia vaticana, sempre riservato e fedele al suo ruolo: una vita spesa al servizio della Chiesa. Camillo Cibin, infatti, era entrato nella Gendarmeria vaticana nel 1948 e per oltre mezzo secolo custode dell’incolumità fisica del Papa. Nominato ispettore generale del Corpo di vigilanza nel 1971, aveva servito Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II (che aveva protratto la sua permanenza in servizio oltre i 75 anni) e infine, come già ricordato, Benedetto XVI, prima di andare in pensione nel 2006. I funerali si terranno oggi pomeriggio (con inizio alle 17) nella Basilica di San Pietro, all’altare della Cattedra, e a presiederli sarà il cardinale Giovanni Lajolo, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, dal quale dipende la gendarmeria. La camera ardente è stata aperta ieri mattina nella chiesa di Santo Stefano degli Abissini in Vaticano, dove il feretro è vegliato dai militari del Corpo della Gendarmeria che così rendono onore al loro storico comandante. Per tutta la giornata autorevoli esponenti della Curia Romana e un gran numero di dipendenti vaticani e amici hanno già visitato la camera ardente, a riprova della stima di cui Cibin ancora godeva negli ambienti in cui per 58 anni aveva prestato il proprio delicato e importante servizio. È morto a 83 anni l’ex capo della gendarmeria vaticana. Protesse Giovanni Paolo II negli attentati di Fatima e di Piazza San Pietro
Avvenire, 27 ottobre 2009