Dal messaggio dei vescovi e rappresentanti delle altre confessioni cristiane.
...La vita in montagna ci aiuta anche a trovare le giuste dimensioni della nostra identità: porta l’uomo a percepire con realismo anche i limiti e la fragilità e aiuta dunque a combattere la cultura della prepotenza che segna molte nostre relazioni e rende l’altro non più un fratello o una sorella da incontrare, ma un concorrente da sfidare e sconfiggere. La “conversione ecologica” fa adottare stili di vita sostenibili ed è motivata dalla carità verso tutti, che impegna a combattere il deterioramento della qualità dell’esistenza e a contrastare l’inquinamento dello spirito causato dalla superbia, dal rifiuto della fede e dalla mancanza di speranza. Tale conversione non è un qualcosa di aggiunto alla vita cristiana, ma ne è parte integrante. Infine, il percorrere i sentieri della montagna favorisce l’autocoscienza per una visione integrale della persona, troppo spesso ridotta nella società consumistica ad un oggetto. Il Signore, infatti, sulla montagna ha detto e fatto molto per la salvezza dell’umanità. Egli inoltre ci attende su un „monte“ al quale verranno tutte le nazioni della terra (cf. Isaia 2); la contemplazione della natura è opportunità per scoprire quel Dio infinito che è Amore.Per varie ragioni, dunque, diventa sempre più urgente rivedere la relazione tra la montagna e la vita umana, per crescere nella volontà di essere sentinelle che sanno valorizzare il creato e rigettare, denunciandoli prontamente, quei segni di cambiamento che indicano una minaccia per la salute delle persone e per l’integrità della natura. Abbiamo la consapevolezza di dover stimolare sempre più anche le nostre chiese e comunità ad approfondire la dottrina sociale, ad assumerne i doveri etici e a praticare un modo di vivere sempre più salubre e sostenibile. I credenti si rendano disponibili ad una collaborazione con le autorità pubbliche a vario livello e con ogni persona di buona volontà, affinché si elimini quanto, invece che migliorare, inquina l’aria, l’acqua e la terra, danneggiando in questo modo l’umanità. Ma non possiamo terminare questa riflessione e questo Appello, senza esprimere la nostra grande stima e riconoscenza a quanti valorizzano, con maggiori difficoltà rispetto alle possibilita che la vita di città offre, il dono dei monti e le fonti rinnovabili di alimentazione e di energia proprie della montagna o aiutano le persone nei percorsi turistici e sportivi o nei rifugi e nelle case di accoglienza a riconoscere i valori del creato. Noi ci sentiamo impegnati con loro poiché crediamo in un Dio che ci ama e che ama la terra che ha creato. Il nostro incontro ci unisce infatti a quanti sui monti elevano un dialogo con Dio».