La Chiesa ha sempre visto nella testimonianza del sangue la sua ricchezza più autentica, la sua gloria più alta, la ragione più persuasiva della sua speranza. Nel martirio ha riconosciuto l’espressione più fulgida della potenza sovrumana della grazia e il seme più fecondo di nuovi e più risoluti credenti.Vi ha scorto anzi lo stimolo più efficace per sorreggere e rianimare nelle difficoltà la nostra debole fede, per vincere ogni paura e scuotere ogni torpore. Di più, dal raffronto tra la coerenza eroica dei martiri e il nostro comportamento di seguaci di Cristo spesso incerti e inclini al compromesso, la Chiesa confida di poter svelare e dissolvere ogni ambiguità di pensiero, di intenzioni e di scelte operative, che dovesse serpeggiare tra i cristiani.Questa celebrazione dei santi Vitale e Agricola - compiuta mentre il nostro pensiero è rivolto a Giuseppe Fanin che cinquantacinque anni fa come oggi immolava la sua luminosa esistenza - è dunque un invito a tutta la cristianità bolognese perché proceda a una seria verifica.Domandiamoci allora se la nostra mentalità e le nostre abitudini di vita - di vita individuale, familiare, sociale - ci collocano dalla parte dei martiri o dalla parte della società permissiva che giustifica e addirittura enfatizza come conquista di progresso e di libertà ogni prevaricazione e ogni violazione della legge di Dio. Oggi, nella bella confusione che imperversa anche tra noi, è importante che almeno noi non abbiamo ad alterare il Vangelo e non abbiamo mai a travisare il pensiero del nostro Maestro e Signore. Gesù non ha mai cercato di andare d’accordo con tutti, anche con i più avversi al disegno di Dio e i più lontani dalla volontà del Padre. Si è sempre invece impegnato ad andare d’accordo perfettamente e inderogabilmente con la verità che non cambia, anche quando sapeva che potesse apparire ardua e costosa alla scarsa vista degli uomini e alla loro poca risolutezza.La verità, richiamata e testimoniata dai martiri, è questa (e ce l’ha ripetuta anche stasera): “Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna” (Gv 12,25).
Dall'Omelia del cardinale Giacomo Biffi per la festa dei Santi protomartiri Vitale e Agricola ein apertura del 17° centenario del loro martirio - 4 novembre 2003