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Danta: tra boschi e vette di monti incantati

«Dal Colle di Danta, come da uno stupendo osservatorio tutto, colle sue valli, colle sue acque, colla corona de' suoi monti, colle sue negre foreste. Ecco ad oriente la valle del Piave, a settentrione quella del Padola e in mezzo quella del Digon. Ecco Monte Croce, Silvella Mellin e a mezzogiorno il giogo del romantico Piedo, il picco della Sentinella e le rocce del formidabile Tudaio.
Ed ecco tra mezzogiorno e occidente lontan lontano mille altri vertici di monti e sopra tutti gigante l'Antelao, che par che dica: regno anche là!
È uno spettacolo imponente, che veduto in un bel mattino d'agosto, quando il sole sorge dietro il Peralba, quando i prati sembrano tempestati d'argento, quando le selve risuonano del canto degli uccelli e mandano un grato profumo di resina, ti rapisce, t'incanta, ti innamora, dà all'anima uno slancio più ampio e par che la sollevi verso il cielo»

Da: Antonio Ronzon, Da Pelmo a Peralba, Almanacco Cadorino, anno II, 1874, pg. 29